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Scampoli di Storia del
Casato Orafo dei Torrini

                 (I dati e i riferimenti storici quì messi in luce fanno emergere le figure più rappresentative nella lunga storia del Casato Orafo dei Torrini e sono tratti dalle ricerche conservate presso l'Archivio Storico Torrini 1369, protetti secondo vincoli di legge.)

L'Albero Genealogico del Casato dei Torrini

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La bottega del corazzaio a Scarperia
XIV SECOLO A SCARPERIA
 
Siamo nella prima metà del 1300 e questa narrazione è legata a un segno. L'intera storia è partita da un dato fondamentale:
Jacopus Turini registra il suo marchio di fabbrica, il Signum, alla corporazione dei Fabbri e Armaioli di Firenze. È l'anno 1369.
Infatti per regolamentare le attività artigiane del contado che entrano in contatto con stranieri di passaggio nella Repubblica di Firenze è richiesta l'iscrizione con il proprio marchio di fabbrica presso la Corporazione di appartenenza che nel caso di Jacopus fu anche quella che costava meno di altre Arti ben più ricche . La parsimonia veniva alla luce in un epoca di grande povertà diffusa.
 

Jacopus proviene dalla località di Battiloro, un agglomerato di case presso Borgo S. Lorenzo, dove fin dai primi del 1300,  con il padre Bernardo e il fratello Tura, di fatto i tre capostipiti del Casato, aveva lavorato con grande abilità tutti i metalli e il prezioso oro riducendolo in foglie.

Jacopus abita nel 1356 nel quartiere di S. Giovanni a Scarperia  ed è stimato Lire 4 e 15 soldi. (A.S.F. Estimo 282 -1356).

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Scrittura originale della registrazione del 1369 depositata presso l'Archivio di Stato di Firenze.

Jacopus quindi aveva aperto la sua nuova bottega a Scarperia per produrre armature e corazze per i cavalieri che transitano lungo la strada transappenninica del “Giogo” per raggiungere Firenze. Sono tempi nei quali le armature sono preziose perché questi manufatti assicurano la difesa. Gli artigiani di armature e armi sono tra i più ricercati e Jacopus, oltre alle funzioni di protezione per cui vengono utilizzati, rivolse molta attenzione anche all'estetica e alla creazione di straordinarie opere d'arte.
Il "Signum", ovvero il marchio di fabbrica, è l'indiscusso legame che conferma la lunga tradizione orafa di questo Casato.
Il Casato Orafo Torrini si tramanda di padre in figlio da più di sei secoli, quasi inconsapevolmente, conferendo al marchio di fabbrica il fortunato significato di buon auspicio del mezzo quadrifoglio con sperone.

Si presume da alcuni scritti indiretti, ma non vi è documentazione, che anche Jacopus verso la fine del XIV secolo raggiunse il fratello a Siena, dando vita al ramo familiare che ha poi creato un affascinante percorso umano.

XIV SECOLO A SIENA

 

Tura, forse in pari tempo si trasferì invece a Siena, per questo detto Tura da Vignano, per collaborare con la sua arte alla costruzione di alcuni particolari del Duomo. Lavora in una bottega nel centro della città, svolgendo la sua attività con grande maestria disponendo di tutta sua padronanza in tutte le tecniche allora conosciute. Ha tramandato i segreti del suo mestiere ai figli, come ad esempio Barna, e agli allievi che lo hanno seguito.
A Siena Tura e i suoi discendenti, i Turini, furono destinatari di grande attenzione. Le commissioni e gli incontri culturali si accumularono e si moltiplicarono; collaborarono con numerosi artisti, lasciando i loro magnifici capolavori che arricchirono la città.
Oltre alla loro attività di orafi, nella loro bottega sperimentarono anche lo smalto e il niello; scolpirono pietra e legno per la decorazione d'interni e realizzarono magnifiche sculture in legno policromo che si possono ancora ammirare a Montalcino, Sant'Ansano e Siena.
Dal figlio Sano discesero Turino nel 1355, poi celebrato orafo a Siena, quindi da lui 8 figli fra i quali Giovanni e Lorenzo, orafi come membri antesignani di quello che poi è diventato  il Casato Orafo dei Torrini. Con la loro specificità e capacità, gareggiarono anche con artisti Fiorentini e svolsero un ruolo attivo e importante nell'evoluzione dell'arte orafa in Toscana.

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La Fonte Battesimale del Duomo di Siena
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Francesco Torrini. La Brocca

 

XV-XVI SECOLO

Giovanni  di Turino (1400 - 1455) detto anche Giovanni Turini.

Giovanni Turini non era solo la personalità artistica più eclettica della bottega, visto che conosceva e praticava molte tecniche con grande versatilità ma nella prima metà del Quattrocento era anche la figura più rappresentativa dell'arte orafa a Siena così come scrisse Vasari nel suo Commento alla vita del Pollaiolo.

La Fonte Battesimale del Battistero di Siena (è il capolavoro nel quale i rilievi in ​​bronzo di Giovanni, realizzati insieme al padre Turino, fanno bella figura accanto a quelli realizzati dai più grandi artisti dell'epoca, come Jacopo della Quercia, Donatello e Ghiberti con il quale fu amico sincero.

La storia del Casato testimonia che i suoi membri durante il XV secolo ricoprirono la prestigiosa carica di Priore di Siena ben 28 volte, acquisendo così il titolo di "Nobili di Siena".

A seguito delle guerre tra Guelfi e Ghibellini, i Turini fuggirono da Siena e tornarono nella seconda metà del 1500 nella loro terra natia nella regione del Mugello vicino a Firenze, principalmente nei villaggi di Borgo San Lorenzo e Scarperia, riunendo così il ceppo familiare e trasformando, poco alla volta, il cognome patronimico Turini in Torrini come lo conosciamo oggi.

Nel 1600 un ramo si trasferì in Umbria mentre alcuni documenti ci danno la certezza storica che il ceppo familiare continuò l'attività nel Mugello e a Firenze.

XVII - XVIII SECOLO

 

Francesco Torrini  (1676-1735 ca.)

Sono state trovate informazioni sulla bottega orafa di Francesco Torrini, il cui documento di iscrizione all'Arte della Seta del 13 novembre 1700 è stato conservato fino ad oggi presso l'Archivio di Stato di Firenze. Abbiamo anche scoperto che il Maestro Francesco nel 1703 gestiva una bottega sul Ponte Vecchio.

Della sua produzione sono state ritrovate solo 8 spille che costituiscono una certa rarità perché in quel periodo, per seguire la moda, lo smontaggio e il rimontaggio di gioielli diventa molto frequente e costituisce il principale motivo di dispersione di gioielli dei quali rimangono, nei casi più fortunati, solo esempi grafici.

Superata dagli eventi l’arte classica, anche la produzione di Francesco Torrini ne viene influenzata: come vediamo le sue spille sono gioielli raffinati, delicati, leggeri e asimmetrici bouquet di fiori legati da nastri in cui i diamanti prendono il sopravvento sulla montatura.

Pur nel loro splendore queste spille mantengono però inalterata una costante tipicamente fiorentina: una certa sobrietà e austerità anche in quest’epoca di estrosa fantasia. Non è facile spiegarne le cause, forse potrebbe essere l’attenzione che Francesco mantiene sempre per il paziente lavoro artigianale oppure perché quest’arte, come altre a  Firenze, segue di stretta misura le vicende della fortuna politica della città che fanno diminuire le occasioni mondane per esibire simili gioielli.

La “Brocca per acquamanile” che viene datata fine seicento inizi settecento è sicura sua opera per effetto del marchio di fabbrica Torrini ivi apposto e per il coincidente periodo di attività.

 

 


XIX SECOLO

 

Giocondo Torrini (1827 -1896 ca.)

 

Nel Censimento del 1841 custodito all'Archivio di Stato di Firenze, nei fogli riguardanti la popolazione della Parrocchia di S. Salvatore d'Ognissanti  troviamo notizie di un altro rappresentante del Casato Orafo Torrini: Giocondo Torrini, nato nel 1827. Giocondo aveva il suo negozio sul Lungarno Nuovo 6 rosso a Firenze, nel centro del quadrilatero dedicato al Gran Tour e raggiunse con la sua bravura unita ad una rara abilità commerciale rispettabile fama internazionale presentandosi alle Esposizioni Universali europee con grande successo di pubblico. Le Esposizioni Internazionali europee della seconda metà dell'800 misero a diretto confronto con la moda francese e inglese il Torrini che recepì prontamente i messaggi estetici, i richiami culturali e i nuovi stimoli di rinnovamento che si andavano codificando nelle arti decorative.
La sua attività è documentata attraverso numerose menzioni e premi rintracciati nei cataloghi delle Esposizioni e l'esistenza di alcuni gioielli come la raffinata parure, conservata al British Museum di Londra, costituita da spilla e orecchini con placche di mosaico raffiguranti le colombe di Plinio.

(Ricerche storiche sulle radici del Casato Orafo Torrini 1369 di Laura Bresciani)

XX SECOLO
 
Guido Torrini  (1896 - 1968)
 
Nel 1919 inizia la sua attività di orafo nel laboratorio in Piazza S.Trinita a Firenze; apre poi negozi a Chianciano Terme, Chiusi e Taormina. Acquisice una consistente partecipazione nell'allora esistente negozio di gioielleria in Piazza Duomo a Firenze.
Realizza gioielli in stile déco, objets d'art in pietre dure arricchite da parti in oro e, grande appassionato di orologeria, produce nel 1931 ca. il primo orologio da tasca di marca Torrini.
Nel 1945, rientrato da Dachau, il terrificante campo di conmcentramento Tedesco,  dove nel 1943 era stato deportato politico, ricostruisce con tenacia la sua attività andata completamente distrutta dalla guerra.

Nel 1946 riapre il negozio di Chianciano Terme, località termale di grande prestigio nel dopoguerra  e nel 1948 riapre a Firenze l'antica fabbrica a pochi passi da dove era prima situata, in Chiasso del Buco, accosto a Via Por Santa Maria totalmente distrutta dalle mine tedesche nel 1944.
Inizia il figlio Franco all'attività di orafo e continua a produrre opere d'arte.

Nel 1962, avvalendosi della sua datata partecipazione azionaria, rileva interamente la gioielleria di Piazza Duomo 12/R a Firenze. affidandone la direzione al figlio Franco.

Continua la sua attività nel negozio di Chianciano Terme, da lui aperto nel 1921, fino alla sua scomparsa.

XX - XXI SECOLO

Franco Torrini (1934)

La storia del marchio di fabbrica Torrini 1369 continua con Franco, il figlio di Guido, che completati i suoi studi in orologeria a Ginevra, si dedica allo studio della gemmologia e dell'oreficeria, assorbendone l'arte dal padre e dai maestri orafi che si alternano negli anni presso l'Opificio Orafo della sua famiglia. Nel 1962 assume la direzione dello storico Negozio di Piazza Duomo.

Esprime la sua creatività anche in altre forme artistiche come la pittura e la scultura, stimolato negli anni settanta dalla frequentazione con numerosi artisti contemporanei. La sopravvivenza viene nuovamente messa a dura prova con l'alluvione del 1966 nello storico negozio di Piazza Duomo.

Nel 1969 registra in era moderna l'antico marchio di fabbrica presso l'Ufficio Italiano Brevetti e Marchi.

Nel 1978 Apre un Negozio in Franchising nel cuore di Londra, in Old Bond Street, poi un punto vendita a New York nell'allora famosi magazzini Bonwit Teller e in seguito  a Tokyo.

Nel 2009 con effetto finale nel 2011 Franco, con il termine del contratto licenziato nel 1977, riacquisisce a titolo personale la piena titolarità e disponibilità del marchio figurativo Torrini 1369 e del tradename.

Franco dà quindi vita ad un entità personale come L’ Archivio Storico Torrini 1369 avente il compito di preservare, difendere e promuovere, senza fini di lucro, la storia del marchio figurativo Torrini 1369.

Nel 2012 Franco offre, in regime di pari diritti a entrambi i figli,  la sottoscrizione della licenza d’uso del marchio figurativo Torrini 1369 e tradename (Classe 14), comprensiva di tutti gli effetti sia storici che rappresentativi che commerciali.
La licenza viene solo sottoscritta dalla figlia Francesca titolare con il figlio Guido del Negozio Storico  in Piazza Duomo a Firenze. Tale licenza d'uso viene poi emendata e meglio precisata nel 2020 e nel 2023, a seguito di approfondimenti storici e commerciali e onde escludere ogni eventuale uso decettivo del marchio stesso.

La storia del marchio Torrini 1369, quindi, diventa il Futuro.

 

 

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Giocondo Torrini. XIX Secolo British Museum
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Guido Torrini. Scatola in oro e Smalti
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Franco Torrini. La Cometa, 1969