Ai primi del '900 inizia la sua attività di orafo nel laboratorio in Via del Parione sull’angolo di Piazza Santa Trinita a Firenze; apre poi negozi a Firenze, Chianciano, Chiusi e Taormina. La sua attività risente dei profondi mutamenti sociali, economici, politici e delle crisi delle due guerre mondiali. La produzione è rallentata, l'oro è contingentato e l’afflusso di pietre preziose in Europa scarso, vengono rivalutate pietre semipreziose e argento. Durante la II Guerra Mondiale il laboratorio viene distrutto con le mine: pochi pezzi verranno ritrovati sotto le macerie tra cui la Brocca. Rientrato da Dachau dove viene deportato, Guido ricostruisce con tenacia la sua attività andata completamente distrutta dalla guerra. Anche se la sua produzione ha risentito di queste circostanze non mancano esempi degli Anni Venti e Trenta di raffinati gioielli in stile Déco, geometrici, in diamanti accesi da pietre di colore. Grande appassionato di orologeria, produce nel 1932 il primo orologio da tasca di marca Torrini.
Negli Anni Cinquanta si ricomincia a vivere, la ripresa economica diventa tangibile e la produzione orafa riprende con entusiasmo percorsa da nuova energia. La creatività di Torrini si ispira per i gioielli a motivi naturalistici che coniugano la tradizione a una grande vivacità e fantasia. Crea anche piccoli capolavori di arte orafa e argentiera come tabatières, objets d’art in pietre dure arricchite da parti in oro. I Torrini verranno nuovamente messi a dura prova nella rinnovata sede storica di Piazza Duomo durante l’alluvione del 1966, che distrusse il negozio e, purtroppo, anche gli ultimi documenti antichi della storia e dell'attività della famiglia conservati nel caveau.